(Immagine: Raidor)
Si chiama Luz, ha compiuto sedici anni e il suo splendore è spento dalla malinconia. I suoi genitori non riescono a scoprire quale mistero ha adombrato il suo volto e sta minando il suo rendimento scolastico.
“Temo che la questione sia ben più grave di quel che pensavo”, afferma enigmatico il medico. “Nonostante sia una ragazza delicata e bella, Luz detesta il proprio corpo. E non pensate si tratti di un problema di transessualità. No. Lei è soddisfatta della sua femminilità, ma è come se aspirasse a essere di un’altra natura che non sa ben spiegare. Dice che si sente polverizzata e liquida. È come se un qualche gene, addormentato in lei fin dalla nascita, adesso si stesse risvegliando”.
Di ritorno a casa, i genitori camminano angosciati e in silenzio. Ora senza dubbio si tormentano per aver disprezzato il nome che la neonata portava inciso sul braccialetto quando la adottarono: Rugiada.
Antonio Serrano Cueto, La melancolía de Luz
Un relato breve fra luce, aria e acqua, dello spagnolo Antonio Serrano Cueto (tradotto dal suo blog El baile de los Silenos)
Letteratura da tutto il mondo
mercoledì
La malinconia di Luz
Déjà vu
Camminano invasi dalla nebbia che è il già aver vissuto quella via, quel momento — passato l'angolo si incontrano, si riconoscono, da svegli.
Lui cerca nello sguardo di lei un indizio per poter decifrare quel che ha visto nei sogni; lei corre, fugge dagli occhi coi quali, tutte le notti, l'incubo ha inizio.
Edilberto Aldán, Déjà vu
(Tradotto dal blog dell'autore Recuerdos inútiles)
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